Sant'Antioco

L’isola di Sant’Antioco è situata presso la costa sud-occidentale della Sardegna, di fronte alla regione del Sulcis-Iglesiente. L’isola si estende per 109 km2, è la più vasta della Sardegna e la quarta d’Italia. Essa è collegata all’entroterra costiero da un sottile istmo, lungo 5 km, creato da sedimenti marini, che in termini propri forma una penisola che si affaccia a sud nel golfo di Palmas. Dista da Cagliari circa 90 km. Il suo clima è prevalentemente mediterraneo, con inverni brevi ed estati calde, asciutte, mitigate dai venti freschi di maestrale. Nei giorni di bonaccia, il paesaggio, pavoneggiandosi nella sua laguna animata da colonie di fenicotteri rosa, sembra uscito dalla tavolozza di un pittore. A pochi km dal paese si raggiungono spiagge d’incomparabile bellezza, che stupiscono l’occasionale visitatore. 

Territorio

L’isola nasce durante il periodo del Miocene, circa 25 milioni di anni fa, e si distacca dalla Sardegna a causa di poderosi movimenti tettonici. Molti milioni di anni dopo, l’isola assume l’attuale morfologia, prevalentemente pianeggiante.

 Registra la presenza di rocce calcaree e trachitiche, con una rara vegetazione di tipo mediterraneo: la palma nana, considerata un fossile vivente, antico di milioni di anni, il mirto, il leccio, l’olivastro, il corbezzolo, il rosmarino selvatico, il ginepro fenicio, il lentischio e tanta altra vegetazione mediterranea. L’isola fu abitata sin da epoca preistorica, come dimostra la presenza di diversi insediamenti, menhirs (megaliti) e domus de janas (strutture sepolcrali scavate nella roccia). Durante l’età nuragica si registra una diffusione capillare di insediamenti su tutto il territorio (nuraghi, villaggi, tombe dei giganti e pozzi sacri), le torri distribuite nell’isola dimostrano un preciso controllo e sfruttamento delle aree a forte vocazione economica e produttiva. 

Comune di Sant'Antioco - Catabombe

Storia

La densità di popolamento e la presenza di una società ben organizzata favorirono nel corso dei secoli i primi contatti con le genti provenienti dall’Oriente mediterraneo. Al principio dell’VIII sec. a.C. venne fondato sul versante orientale dell’isola uno dei centri fenici più antichi del Mediterraneo, il centro di Sulky rivela fin dalle prime fasi di vita una partecipazione attiva e consapevole della popolazione locale. L’importanza del centro portuale attraversò l’età punica e si affermò in età romana, quando la città di Sulci divenne municipium. I romani, apparvero in Sardegna nel 238 a.C. 

Durante l’impero di Adriano, (II sec. d.C.), erano in atto furiose persecuzioni verso i cristiani, i quali, per non essere arrestati e uccisi, emigrarono verso terre più tranquille. Secondo la leggenda agiografica, Antioco, medico Mauritano, arrivò sulla costa di Sulci durante l’epurazione cristiana per diffondere la fede di Cristo, che in poco tempo raggiunse ogni anfratto della Sardegna. Qui, la sua fede fu recepita e accettata dalla popolazione sarda, ma non dai persecutori che, recatisi a Sulci per arrestarlo, lo trovarono già morto nelle grotte ove si era recato a pregare. La notizia della morte del nobile predicatore sconvolse il popolo sardo ormai evangelizzato. In suo onore, in tutta la Sardegna, fiorirono opere religiose avendolo riconosciuto il primo apostolo martire della cristianità sulla grande isola sarda.

E fu così che il territorio di Sulci venne rinominato “Isola di Sant’Antioco” e Antioco, “Patrono di tutta la Sardegna”. Tessere le lodi di un martire che la Chiesa ha voluto santificare, dando così lustro anche alla medesima isola è certamente gradito al popolo antiochense, che si pregia d’aver dato ospitalità al Santo Patrono della Sardegna. L’iniziativa di potere in questa sede presentare, in una rivista così importante, il nostro Santo Patrono è per me motivo d’orgoglio. Il gemellaggio tra Sant’Antioco Sulcitano e Santa Sinforosa mette in posa una pietra miliare che deve essere l’inizio di un comune interesse nella valorizzazione dei nostri territori e della nostra millenaria cultura. 

I due Santi per ordine dell’imperatore romano Adriano furono martirizzati, ma oggi questo triste evento è lontano e il mio pensiero và a tutti quei Santi che in momenti storici tristi hanno subito supplizi e martiri, ma il loro sacrificio non è stato vano in quanto ci hanno lasciato un messaggio che ancora oggi li vede protagonisti in questa sede che accomuna due territori sotto il fattore comune della fratellanza.

Skip to content